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Le patologie comuni, spiegate in modo semplice

L'insufficienza mitralica secondaria o funzionale

L’insufficienza mitralica è una condizione patologica molto frequente nella popolazione soprattutto in età avanzata. La valvola mitralica regola il passaggio di sangue tra l’atrio sinistro e il ventricolo sinistro, impedendo il reflusso nella fase di contrazione del cuore. Se i due lembi della valvola non si chiudono adeguatamente, il sangue torna indietro nell’atrio sinistro determinando uno scompenso del sistema cardiocircolatorio.

 

L’insufficienza mitralica può essere primaria, conseguente alla degenerazione dei lembi (detta anche degenerativa), oppure secondaria o funzionale. Nell’insufficienza mitralica secondaria i lembi valvolari non si chiudono correttamente per disfunzione e dilatazione del ventricolo e/o dell’atrio sinistro. Un altro meccanismo, meno comune, è la dilatazione anulare dovuta alla fibrillazione atriale cronica che porta sempre ad una mancata coaptazione dei lembi valvolari e quindi a insufficienza valvolare.

 

I sintomi dell’insufficienza mitralica secondaria dipendono dalla gravità e dalla velocità di insorgenza e progressione; possono includere mancanza di fiato, stanchezza, tosse (soprattutto di notte o da sdraiati) e palpitazioni.

 

La diagnosi è sospettata clinicamente in presenza di un soffio cardiaco e confermata in primis dall’ ecocardiografia (transtoracica/transesofagea) che consente di determinare la causa, la gravità del rigurgito e di stabilirne le possibilità di trattamento.

 

Oltre alla terapia farmacologica , esistono trattamenti chirurgici e transcatetere. L’opzione chirurgica spesso non è proponibile nei pazienti fragili per età o ad alto rischio operatorio poiché affetti da altre co-patologie. In questi casi, esistono alòternative meno invasive di tipo transcatetere come la plastica mitralica percutanea MitraClip. Tali procedure consentono di ridurre l’insufficienza mediante il posizionamento di una o più clip che riavvicinando i lembi valvolari ne riducono il grado di rigurgito.

La cardiomiopatia ipertrofica

La cardiomiopatia ipertrofica è la malattia genetica familiare cardiaca più frequente nella popolazione generale (1/500). Viene in genere diagnosticata intorno ai 40 anni ed è caratterizzata da un importante ispessimento delle pareti del muscolo cardiaco, in particolare del setto interventricolare. Nelle forme cosiddette “ostruttive”, tale ispessimento determina un ostacolo alla fuoriuscita del sangue dal ventricolo sinistro (ostruzione del tratto di efflusso), che in alcuni casi può essere aggravato dal coinvolgimento del lembo anteriore della valvola mitrale.

 

I sintomi più comuni sono palpitazioni, stanchezza, affanno e difficoltà a svolgere esercizio fisico, soprattutto dopo i pasti. Si possono anche presentare improvvise perdite di coscienza e  dolore al petto. Nei casi più gravi possono manifestarsi aritmie maligne e morte cardiaca  improvvisaper cui può essere necessario  l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo.

 

La valutazione clinica ed ecocardiografica riveste un ruolo cruciale per l’inquadramento iniziale, ma in molti casi la risonanza magnetica cardiaca, è indispensabile per completare la diagnosi e valutare la progressione della malattia.

 

La scelta del trattamento è personalizzata, differente per ciascun paziente. Nella maggior parte dei casi viene impostata una terapia farmacologica specifica

 

Se l’ostruzione è severa e causa sintomi importanti, è invece indicato l’intervento chirurgico. La miectomia settale transaortica è la tecnica chirurgica più comunemente usata ed è associata a risultati eccellenti con una bassa morbilità e mortalità operatoria, quando eseguita in centri di eccellenza dedicati al trattamento di tale patologia. In alcuni casi, in presenza di malformazioni dell’apparato della valvola mitrale (allungamento dei lembi mitralici, alterazioni dei muscoli papillari e delle corde tendinee, calcificazioni valvolari), può essere necessario ricorrere a procedure chirurgiche aggiuntive.

 

L'ablazione alcolica del setto interventricolare tramite approccio percutaneo è un'alternativa alla chirurgia nei pazienti anziani e in quelli ad alto rischio chirurgico.

 

Infine, l’utilizzo della Mitraclip rappresenta un’ulteriore opzione terapeutica in pazienti molto selezionati.